I Sadducei erano un gruppo di ebrei che non riconoscevano la risurrezione, volendo dimostrarne l’assurditá e nello stesso tempo mettere alla prova Gesù lo interpellano chiamandolo ironicamente “Maestro” Con la loro domanda infatti essi vogliono dimostrare che il suo insegnamento sulla risurrezione è incompatibile con la legge lasciata dal patriarca Mosè.
Essi non riescono a capire che la vita eterna non significa solo la continuazione della vita terrena, chiedono infatti di chi sarà moglie, nell’al di là, una donna vedova di sette fratelli.
Quale sarà il verdetto del tribunale celeste in un caso così complicato.
Gesù, nella sua risposta, sottolinea che la loro domanda mostra che essi non sanno cosa sia la vita eterna dopo la risurrezione. Così come è impossibile versare il mare in un recipiente per quanto grande, è impossibile rappresentare cosa sia la vita eterna facendo riferimento solo alle nostre esperienze, percezioni e desideri temporali. La vita eterna non è solo l’abolizione della barriera della mortalità. Una persona salvata è trasformata, piena di Dio. Diventa “uguale agli angeli”. “Riconosciuti degni di partecipare alla vita futura” sono i figli di Dio. Appartengono a Dio Padre in virtù della grazia della salvezza ricevuta da Cristo. Già qui sulla terra, uniti a Cristo, apparteniamo a Dio nostro Padre. Dopo la risurrezione, quando vedremo Dio “faccia a faccia”, diventeremo come Lui. Egli stesso diventerà tutto in tutti. Vivremo per Lui, perché “Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi”. È il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”.
Questa piena comunione di vita e di amore con Dio si chiama “paradiso”. Il Catechismo insegna che “il cielo è la meta ultima e il compimento delle aspirazioni più profonde dell’uomo, uno stato di felicità suprema e finale”.
C’è molta incertezza nelle persone sul domani, sul futuro, soprattutto in questo tempo di guerre e conflitti che potrebbero portare all’annientamento del mondo… A maggior ragione la fede nella vita eterna sostiene la speranza.
Crediamo nell’eternità, che è il compimento dello scopo ultimo della nostra vita. Crediamo che, uniti a Dio, saremo felici. Anche se a volte la vita sembra un lavoro di Sisifo; “una pietra che rotola in salita, che rotola di nuovo in discesa” per la vergogna di noi stessi. La storia della nostra vita non è come il tessuto di Penelope, perennemente tessuto e costantemente disfatto. Chi segue Cristo crede che giorno dopo giorno si avvicina alla casa del Padre per vivere con Lui in eterno
Rev. Andrzej Dobrzyński
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