La seconda domenica di Avvento si concentra sul battesimo della conversione, perché la via della preparazione per accogliere la venuta del Signore, ha sempre bisogno della conversione; cioè, per aver un nuovo Re dell’universo, una nuova epoca, dobbiamo soprattutto avere una nuova vita, quella che è giustificata dalla vecchia e quella che è già purificata. Pertanto, il tempo dell’avvento è un tempo della conversione: come la conversione intellettuale, la conversione morale e la conversione religiosa, così la famosa preghiera di San Ignazio di Loyola «Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza e tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo; tu me lo hai dato, a te, Signore, lo ridono; tutto è tuo, di tutto disponi secondo la tua volontà: dammi solo il tuo amore e la tua grazia; e questo mi basta».
La conversione intellettuale comporta un cambiamento dei pensieri e della conoscenza. Nel mondo della psicologia, corrisponde alla terapia cognitiva. Ossia, i nostri peccati o problemi psicologici possono essere giustificati quando possiamo avere un’altra visione, la visione più adatta e più vicina allo Spirito Santo. Come il discorso nell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il 23 novembre 2022, dicendo: «I farisei che contestano Gesù sono gli intellettuali che reagiscono all’evidenza dei segni che Gesù pone perché Gesù contesta la loro interpretazione della legge e della tradizione…il peccato contro lo Spirito Santo è mentire sapendo di mentire, respingere la verità nonostante il suo venire all’evidenza perché contesta il loro potere e l’ideologia su cui si fonda il loro potere»[1].
La conversione morale, secondo Bernard Lonergan, è «ad un cambiamento delle proprie decisioni e delle proprie scelte: dalle soddisfazioni ai valori»[2], che è un segno della maturazione. Perché solo gli adulti possano mettere la loro decisione e soddisfare i loro valori.
La conversione religiosa è la capacità di sentirci come persone amate incondizionatamente da Dio, ed in grado di abbracciare e di raccogliere quella grazia/amore divina. Quindi, l’avvento è sempre un momento per esercitarci a vedere/guardare i segni divini dell’amore nella vita quotidiana, perché il peccato grave è un’ignoranza della grazia di Dio e insoddisfazione di quello che abbiamo ricevuto. Il più bel regalo che possiamo dare per la nascita di Gesù è la nostra soddisfazione e, come Gesù, sentirsi dire nel fiume di Giordano, la voce dal cielo, «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 17).
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
Fot. Jordan Ladikos/Unsplash.com
[1] https://www.chiesadimilano.it/cms/documenti-del-vescovo/mario-delpini-documenti-del-vescovo/md-omelie/anno-2022-om/le-vie-della-conversione-degli-intellettuali-1219307.html (l’ultimo accesso 29.11.2022).
[2] Bernard Lonergan, Il Metodo in Teologia, Roma 2001, p. 270.