Mt 11,2-11
L’vangelo di questa domenica è molto significativo, pieno di questioni e di ispirazione. La prima domanda è perché Giovanni Battista aveva mandato i suoi discepoli per chiedere a Gesù se lui è Messia atteso o bisogna attnedere qualcun altro. In seguito, questa domanda mostra solo il dubbio del precursore o anche la sua poca fede? Poi, come possiamo capire la risposta da Gesù, cioè «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la visita, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo»? Alla fine, perché Gesù si mise a parlare di Giovani alle folle?
Allora, forse è meglio se possiamo ripassare la figura di Giovanni Battista, che una volta predicava nel deserto della Giudea dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”», colui era menzionato dal profeta Isaia «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»; colui portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi e il suo cibo erano cavallette e miele selvatico; colui con la sua fama diffusa su Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano, e le genti accorrevano a lui per aver il battesimo di conversione, confessando i loro peccati; colui che criticava molti farisei e sadducei come «Razza di vipere»; colui predicava già che il vero Messia battezzerà in Spirito Santo e fuoco, e battezzava Gesù nel fiume di Giordano; colui che fu arrestato dal Erode per motivo della condanna nell’aver sposato Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Quindi, da tutto quello che sappiamo, Giovanni il Battista era il messaggero di Gesù e preparava la strada del Messia. Dunque, il motivo per cui Giovanni Battista manda i suoi discepoli per domandare la vera identità di Gesù non è mai a causa della sua mancanza di fede, perchè contrariamente proprio lui sapeva Gesù era il vero Messia; quindi, manda i suoi discepoli per chiederlo, così il suo ruolo come il precursore è attualizzato pienamente prima della sua morte. Grazie alla domanda da parte di Giovanni il Battista, Gesù rivela la sua vera identità, come i cinque miracoli che lui aveva realizzato. Gesù si mise a parlare di Giovanni alla folle, per lodare i suoi meriti, «fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista». Lo stesso, attraverso il ruolo di Giovanni il Battista, Gesù può rivelare di più sul Regno dei Cieli, ossia «il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Se Giovanni il Battista, è già così giusto, nel Regno dei Cieli non soltanto tutti saremo giusti, ma tutti anche più stupendi; quindi, se le genti gradevolmente seguono il precursore, sarà ancora più piacevole seguirlo nel Regno dei Cieli.
Allora, quale è l’immagine di Giovanni il Battista? Un uomo silenzioso, viveva nel deserto, si impegnava in tutti i suoi doveri con tutto il cuore, coraggiosamente nel condannare Erode, benché lui fosse re, difensore della verità e della giustizia. Attualizza la sua missione finché è in carcere, morto a causa di uno scherzo stupido di Erode con Erodìade. Infatti, fin dal Magnificat, Giovanni il Battista sa già la sua missione come il precursore del Messia. Tutta la sua vita è dedicata a questa vocazione con fiducia e gioia. Dunque, se Giovanni il Battista apre la porta del cielo nella terra, Gesù Cristo porta tutto il cielo nella terra. La realtà di vivere con Gesù Cristo è veramente come in Cielo così in Terra, ossia «una realtà che unisce due realtà, una manifesta e l’altra nascosta, dove quella visibile è la carne di quella invisibile, e quella invisibile è il senso ultimo di quella visibile… Dio e il suo altro, Dio e la creazione, uno di fronte all’altra, come il cielo alla terra.»[1].
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
Fot. Nathan Mcbride/Unsplash.com
[1] Rocca Paolo, Dell’altro. Tra parola e silenzio nel Vangelo di Marco, San Paolo Edizioni, 2021, p. 29.