Nella tradizione cattolica, vi sono numerosi santi, però uno tra loro è meno famoso, ma grandemente significativo: è San Giuseppe[1], colui che cooperava con Maria, compiendo il compito meraviglioso di curare e crescere Gesù, dando loro un luogo di rifugio, come la sacra famiglia. Senz’altro, Giuseppe, fin dal momento di sposare Maria, già entrava nell’economia salvifica di Dio. L’evangelo di oggi, (Matteo 1, 18-24) è un racconto dell’esperienza mistica di Giuseppe: quando seppe che Maria, la sua promessa sposa si trovò incinta, pensò di ripudiarla in segreto, perché essendo uomo giusto, non voleva accusarla pubblicamente. Però, mentre stava considerando il suo plan, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati», come disse il profeta «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Giuseppe, dopo si destò dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
L’esperienza mistica di San Giuseppe ci ispira ad aspettare sempre i segni divini, prima di fare qualunque decisione, e credere che Dio ci manderà l’angelo per indicarci la via quando siamo nell’incertezza, come nella vita di San Giuseppe, così nella vita di ciascuno di noi. Lo stesso, quando arriva l’angelo, avremo la fede di prendere la decisione come l’angelo ci rivela, benché sembra impossibile o assurdo. Grazie a questo episodio, Giuseppe diventa un santo anche nel sonno, e ci invita ad incontrare il Signore nel sogno. Di più, il fatto di Giuseppe ci mostra un uomo così umile, silenzioso, giusto, con una grande fede. Forse, questo è anche il motivo per cui Dio ha scelto Giuseppe insieme a Maria per dare una casa terrena a Gesù, Figlio di Dio. Secondo la ricerca di Prof. John Cavadini, grazie a Giuseppe, Gesù poté nascondere la sua vera identità nella vita terrena, anche grazie a Giuseppe, Gesù poté avere la sua cittadinanza legale e come discendente entra la genealogia di David[2]. Malgrado Giuseppe non ha detto parole nella sua vita, ma lui ha svolto un ruolo fondamentale per il disegno divino – la salvezza di Dio –, perché nella sua casa, è nato l’Emmanuele, che apre l’epoca storica di “Dio con noi”.
Bernard Lonergan, gesuita canadese, 1904-1984, indicava una via della comprensione, cioè tra vedere e giudizio, aggiunge un momento di Insight; ossia meglio di ritirarsi prima di fare subito un giudizio. Il momento di Insight nella vita di Giuseppe è il suo sonno. Dopodiché, lui può rivedere le cose in un altra prospettiva. Nella vita quotidiana, anche noi quando incontriamo avvenimenti che sembrano brutti, magari ci serve un momento per ritirarci, così possiamo avere un insight, così anche noi possiamo distinguere i segni divini in ogni faccenda, perché ciascuno, infatti, prende la responsabilità di cooperare con la grazia di Dio e realizzare il Suo progetto escatologico hic et hoc. Come nota San Giovanni Paolo II:
«Che san Giuseppe diventi per tutti un singolare maestro nel servire la missione salvifica di Cristo, compito che nella Chiesa spetta a ciascuno e a tutti: agli sposi ed ai genitori, a coloro che vivono del lavoro delle proprie mani o di ogni altro lavoro, alle persone chiamate alla vita contemplativa come a quelle chiamate all’apostolato»[3].
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
[1] Meno consociato, perché sappiamo poco della sua vita. Cf. John Cavadini, “The Fatherly Heart of Saint Joseph”, https://churchlifejournal.nd.edu/articles/the-fatherly-heart-of-saint-joseph/(l’ultimo accesso: 15.12.2022).
[2] Cf. John Cavadini, “The Fatherly Heart of Saint Joseph”, https://churchlifejournal.nd.edu/articles/the-fatherly-heart-of-saint-joseph/(l’ultimo accesso: 15.12.2022).
[3] Giovanni Paolo II, “Redemptoris Custos”, il 15 agosto, 1989. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_15081989_redemptoris-custos.html (l’ultimo accesso: 15.12.2022).
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