Questi giorni sto soggiornando nella città di Lisbona, per respirare il profumo del Natale portoghese. Nella Chiesa di San Domenico al centro Lisbona, c’è un presepe molto speciale, perché sotto lo sguardo di Giuseppe e Maria, invece di un Bambino, c’è un libro – la Sacra Scrittura. Quest’immagine, mi fa pensare subito al prologo del Vangelo di Giovanni che è «il verbo si fece carne». Finché arriva il Natale, nel centro del presepe c’è il libro aperto. Quando arriviamo al Natale, il libro diventa un bambino. Ecco in mistero della nostra fede; ecco, il mistero della salvezza del nostro Dio!
«Il verbo si fece carne» indica una promessa divina, la parola di Dio è sempre fiorita. Come disse Giosuè, «di tutte le belle promesse che il Signore aveva fatte alla casa d’Israele, non una andò a vuoto: tutto giunse a compimento» (Gv 21, 45), così disse Isaia, «così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata» (Is 55,11). La promessa di Dio verso il suo popolo è un’alleanza eterna, uno stare insieme, un accompagnamento incondizionato: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni; se dovrai attraversare le acque, sarò con te; i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare» (Is 43,1-2).
La promessa del Signore è che «io sarò con Te» fino la fine di mondo, «perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione» (Ct 8,6). Natale è una festa d’amore, una testimonianza dell’alleanza, una permeanza della promessa. Se una persona ama altra, sentire solo la parola nel telefono, non basta, finché lui viene da lei di persona, e fa si che la sua parola d’amore diventi realtà. Quindi, la comunicazione di Dio non basta soltanto attraverso il verbo, ma anche di più, si fa carne e abita in mezzo ai suoi amanti. La relazione tra Io e Tu non è solo ascoltare e sentire, ma include anche il vedere: faccia a faccia. Il vero e autentico amore si fa carne per sempre; la carne è la testimonianza della fede e dell’amore più radicale e fino in fondo.
Vieni Signore, perché la Tua venuta vince tutta la parola; perché la Tua venuta illumina tutte le tenebre del dubbio e dell’incertezza; perché la Tua venuta mi può dare una risposta finale di tutto in tutto.
Concludo con la poesia scritta da M. Teresa di Calcutta È Natale:
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
Che permetti al Signore
Di rinascere per donarlo agli altri.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
Fot. Walter Chavez