In questi periodi, il nostro precursore Giovanni Battista è un personaggio illuminante. Anche nel Vangelo di questa domenica, racconta la sua testimonianza. Ossia, Giovanni vedeva «lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui»; lo capiva subito che Gesù è quell’«agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». Quella testimonianza è stimolante, come l’esperienza mistica di San Paolo Apostolo, colui che venne colpito dalla manifestazione di Gesù e non poté vedere nulla per tre giorni. In realtà, tutte le testimonianze sulla fede sono cristologiche, per dire la vera identità di Gesù Cristo e il mistero della salvezza. Siccome ciascuno ha la propria storia e il proprio contesto; quindi, la testimonianza personale può anche esprimersi in diversi modi. Però, l’importanza è che ognuno di noi davvero possa riflettere sulla sua testimonianza, come Giovanni Battista, perché l’esperienza mistica personale fa parte dell’esperienza mistica umana, laddove il volto di Dio si rende più vicino.
Dio, rivela sé stesso attraverso i profeti, nel tempo di Antico Testamento. Nel Nuovo Testamento, Dio rivela tutto attraverso il suo Figlio unigenito – Gesù Cristo, e ai santi, coloro che sono più vicini al cuore di Dio, rivela il disegno progettato da Dio, per amore e per la salvezza del mondo. Senza dubbio, Giovanni Battista come precursore, la sua testimonianza precede dalla testimonianza dei discepoli che lo seguivano.
Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, sta vivendo un’illuminazione; perciò, lui può capire che Gesù è l’agnello di Dio. Per gli ebrei, l’agnello di Dio è l’agnello pasquale, che significa una liberazione dalla schiavitù dall’Egitto attraverso il proprio sacrificio. Quindi, già dalla testimonianza di Giovanni Battista, abbiamo già visto la passione di Gesù. Alla necessità del sacrificio corrispondono i peccati del mondo, ossia la mancanza della fede verso Gesù. Ad esempio, finora, la maggioranza degli ebrei non credono che Gesù sia il Messia, e ogni anno, durante la Pasqua Seder, loro ancora cantando ed aspettano la venuta di Messia. Per noi, che siamo cristiani, benché la seconda venuta del Signore sia sicura, non è facile ancora credere quello che ancora non si è realizzato. La purificazione dei peccati è una purificazione dell’incredulità.
Quando Giovanni vede lo Spirito come una colomba dal cielo e scende su di Lui, si manifesta pienamente la verità della Trinità: Padre, Figlio e Lo Spirito Santo, cioè attraverso Gesù, il cielo e la terra unite, il paradiso incarnato al mondo terreno. Quindi, chi vede Gesù, già vive nel paradiso, come il ladro accanto a Gesù nella crocifissione; come tutti gli uomini, coloro che hanno recuperato la visita, la salute e la gioia. Dunque, la testimonianza di Giovanni Battista apre una nuova epoca per questo mondo, dove il mondo è trasformato dalla venuta di Gesù, dove il Cielo si avvicina alla terra, affinché abbracci tutta la terra.
«La nostra autentica missione in questo mondo in cui siamo stati posti non può essere in alcun caso quella di voltare le spalle alla cose e agli esseri che incontriamo e che attirano il nostro cuore; al contrario, è proprio quella di entrare in contatto, attraverso la santificazione del legame che ci unisce a loro, con ciò che in essi si manifesta come bellezza, sensazione di benessere, godimento» – Martin Buber.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.