La nascita di Gesù Cristo è un evento della luce, soprattutto per il popolo che abitava nelle tenebre. Le tenebre anelano alla luce come il deserto è affamato d’acqua. Quando il bambino Gesù cresce, come una persona matura, inizia a comminare, inizia a immaginare, inizia ad incontrare, inizia ad essere battezzato e inizia a predicare. Il vangelo è di Gesù Cristo, e l’evangelo è Gesù Cristo:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
Vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
La luce viene con la prima predica «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). La buona novella che Gesù ha portato è proprio «il cielo è che si avvicina alla terra», cioè la vita dopodiché sarebbe «come in cielo, così in terra». Quindi, quello che possiamo aspettare ed immaginare è che «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia» (Lc 7, 22).
Il tempo della missione terrena di Gesù Cristo è un tempo sacro per tutti coloro che vivono con Lui contemporaneamente, una testimonianza così reale e concreta per dire che Dio è con noi, benché non sia facile di credere che Gesù sia il Cristo. Comunque, quando Gesù stava in giro, tantissime genti potevano avere una primavera della loro vita, una rinascita, perché Gesù realizzava tutti quei bisogni più desiderati e più urgenti per coloro che incontrava e che egli si avvicinavano. Secondo R. M. Doran, il teologo Lonerganiano degli USA, a partire della conversione intellettuale, la conversione religiosa e la conversione morale, c’è bisogno anche della conversione psichica, dove la persona umana possa sentire di essere amata e riprendere la forza di amare. L’amore è la soluzione per tutti i problemi della vita, perché tutti i problemi vengono dalla mancanza di sentirsi amati. Quindi, tutto quello che Gesù faceva è un aiuto per gli uomini di rientrare nella sfera dell’amore, e ritrovare l’amore, perché l’amore è lo stato innato e il luogo dove abita la nostra divinità, come immagine di Dio.
Lo stesso, nella nostra vita quotidiana, quando possiamo sentire l’amore, e riabbracciare l’amore è un momento della guarigione, quando la luce illumina le tenebre e la vita ritrova la giusta via. Gesù Cristo è un modello eccellente per portare quest’amore, soprattutto quando Lui viene crocifisso, il Suo cuore di amore per noi si manifesta come un fuoco. Coloro che vivono nella passione di Gesù, sono quelli più capaci di donare la vita agli altri, perché quando una persona ritrova e riconferma che se stessa è amata totalmente dall’Altro, naturalmente lui/lei vuole dare questa luce d’amare agli altri. Così, la nostra Chiesa sempre porta i poveri come l’opzione perfezionale per ristabilire un’ecologia integrale.
Perché i temi come la bellezza della natura, la spiritualità, la comunità, la cultura e l’educazione dei giovani, sono importanti nella Laudato Sì. In questo punto, la conversione psichica è anche giustificata. «L’apertura alla bellezza è qualcosa che avviene nella psiche. È legata alla capacità di immaginazione e di simbolizzazione che emerge dall’inconscio ed è evidente», e «la conversione psichica ci aiuta ad appropriarci di questa dimensione della soggettività, e non da ultimo dell’importanza del simbolo». Come dice Papa Francesco, il motivo per rispettare la comunità locale e la cultura tradizionale dei luoghi concreti, soprattutto quando arriva un progetto verso la loro terra, è che «per loro la terra non è un bene, ma un dono di Dio e degli antenati che vi riposano, uno spazio sacro con cui devono interagire per mantenere la propria identità e i propri valori». Rispettare la terra è rispettare tutti i viventi, coloro che abitano questa terra e portano la loro vita su questa terra. Ugualmente, rispettare le persone vuol dire rispettare la loro ecologia integrale: la terra, la cultura, le religioni ecc.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
Fot. Isaac Davis/Unsplash.com