La Quaresima non è soltanto un periodo di digiuno, confessione, conversione, ma anche un periodo per sentire più vicino il Signore, attraverso tutto quello che abbiamo fatto. Perciò, il Signore cerca di manifestarsi in ogni modo e la trasfigurazione sul Monte Tabor è una delle più forti ed evidenti. Pietro, Giacomo e Giovanni salgono con Gesù su un alto monte. Gesù, trasfigura sé stesso, con il volto che brillò come il sole e le sue vesti candide come la luce. Allo stesso tempo, apparvero anche Mosè ed Elia. In questo momento meraviglioso, Pietro disse a Gesù, «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Ci sono anche momenti nella nostra vita che vogliamo rimangano per sempre; per esempio, quando stiamo davanti al mare, dentro una Chiesa o un giardino, in viaggio nella montagna, nella campagna piena delle colline e del verde, oppure stare con la persona per te docile e cara. L’uomo come l’uomo, desidera superare tempus fugit e convertire il momento come eterno. Similarmente, come sta facendo Pietro nel monte Tabor davanti alla trasfigurazione di Gesù.
In realtà, quando Pietro è con Gesù, in tutti i momenti già entra l’eternità. Come scrive William Blake (1757-1827), Vedere un mondo in un granello di sabbia, e un cielo in un fiore selvatico, tenere l’infinito nel cavo della mano e l’eternità in un’ora. Gesù, pienamente uomo e pienamente Dio, porta la nostra vita già a superare la fugacità del tempo, e tutto il tempo con lui diventa un momento della trasfigurazione del Tabor, perché tutti i momenti sono belli.
Di più, non soltanto Gesù ha partecipato a questo stupendo evento, anche il Padre Celeste stava partecipando, con la sua voce: «questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Quindi, la trasfigurazione è un’epifania che rivela la relazione tra Gesù e il Padre e l’identità di Gesù. Ovviamente, benché Pietro, Giacomo e Giovanni non hanno paura di Gesù, ma erano spaventi dalla voce dal Cielo. Gesù, in questo momento, confermava loro che non hanno bisogno di temere. Gesù è la via che porta la nostra conoscenza al Padre; Gesù è anche la verità che ci rivela non soltanto chi è Gesù, ma anche chi è il Padre. Pertanto, Gesù è un giudeo perfetto, perché la sua missione è sempre aiutare le genti di volgersi a Dio e di tornare a Dio: dalla paura e dall’angoscia, verso la vicinanza e la fiducia. Contemporaneamente, il Padre conferma anche di volta in volta che Gesù è il suo vero Figlio unico ed è da seguire.
San Agostino disse che «bellezza tanto antica e tanto nuova», è la bellezza di Dio. La bellezza della trasfigurazione di Dio è proprio una manifestazione della bellezza di Dio. «Chiunque crede che Gesù è il figlio è nato da Dio…E questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede» (1 Gv 5, 1-4).
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
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