Nella Sacra Scrittura, sin dal Testamento Antico, al popolo di Dio serve un guida soprattutto quando in cammino. Nell’esodo, il guida sono la nube e il fuoco, che sono sempre davanti il popolo invece in dietro. Lo stesso, nel Testamento Nuovo, a Gesù piace usare la metafora di Pastorale per dire che il popolo come pecore ascolta la voce del Pastore, e il Pastore è la porta delle pecore. Gesù va avanti, il popolo è indietro. Così, Gesù aveva compiuto la Sua missione come la Vita, la Via e la Verità.
L’orientamento per una persona sulla strada è necessario, quindi è molto importante. Come l’uomo del tempo moderno, si sente più sicuro quando prende il cellulare con sé fuori della casa, perché con Googlemap, si può arrivare dovunque, si può anche tornare facilmente. Similarmente, come i pellegrinaggi, per i cristiani verso il Cielo nel mondo terreno, il GPS è anche inmancabile. Il GPS per i cristiani è i loro Pastore. Perciò, la Chiesa serve i sacerdoti e l’uomo serve Gesù.
Nel IV domenica di Pasqua, la Chiesa celebra la festa di Buon Pastore. Così diceva S. Giovanni Paolo II, il 25 aprile 1999, «Cristo è il Buon Pastore che, morendo in croce, dà la vita per le sue pecore. Si stabilisce così una profonda comunione tra il Buon Pastore ed il proprio gregge». Gesù conosce le sue pecore, e le sue pecore conoscono la sua voce, perciò lo seguono, così diventa «una consuetudine consolidata, una conoscenza reale e un’appartenenza reciproca uniscono Pastore e pecore: egli si prende cura di loro; esse si fidano di lui e fedelmente lo seguono»[1]. In questo punto, «si può facilmente indovinare che Gesù Cristo, parlando direttamente ai figli d’Israele, denotava la necessità della diffusione del Vangelo e della Chiesa e, grazie a ciò, l’estensione della sollecitudine del Buon Pastore oltre i limiti del Popolo dell’antica alleanza»[2].
L’immagine di Buon Pastore è l’immagine di Gesù Misericordia, perché il pastore mai abbandona le sue pecore; anzi, se ne prende cura e mette il suo cuore per sempre. Il buon pastore positivamente cerca le pecore perdute e mai le lascia perdute. Il buon pastore ama le sue pecore, finché perde la vita per sue. Pertanto, nessuno è isolato; ciascuno e ciascuna sono sotto lo sguardo della sua stella:
«Mi domando – disse, è le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua» – Il Piccolo Principe
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
Fot. Paul Zoetemeijer/Unsplash.com
[1] Giovanni Paolo II, Omelia, Ordinazione di 31 Presbiteri per la Diocesi di Roma, 25 aprile 1999, https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/1999/documents/hf_jp-ii_hom_25041999.html (l’ultimo accesso: 28.04.2023)
[2] Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 16 maggio 1979, https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/audiences/1979/documents/hf_jp-ii_aud_19790516.html (l’ultimo accesso: 28.04.2023)