La prima Enciclica di Papa Benedetto XVI è Deus caritas est. L’immagine di Dio è amore, perché l’immagine di Dio è verso la Trinità. La Trinità è relazionale; quello che costituisce la relazione è l’amore. Come si legge nel vangelo di questa domenica, «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». Dunque, la venuta del Figlio nel mondo non è mai per condannare il mondo, ma per salvarlo per mezzo di lui. Quindi, credere in Gesù vuol dire credere nell’Amore: sia l’amore dal Padre, sia l’amore dal Figlio. Amore dal Padre significa che la venuta del Figlio è iniziativa Paterna; Amore dal Figlio, indica che la venuta del Figlio è per libera scelta e non per forza. Il Figlio ha veramente vissuto con gli uomini e la Sua presenza diventava anche una testimonianza dell’amore. L’amore è una donazione, che mette al primo posto l’altro, finché l’altro sia coronato a causa del mio amore. Pertanto, per mezzo di Gesù Cristo, siamo coronati, perché siamo amati. La gioia del Padre e del Figlio è la nostra coronazione, e per riempire questa gioia e quest’amore profondo, prima dell’Ascensione del Figlio, lo Spirito Santo è donato a noi. Quando sentiamo l’amore o di essere amato/amata, è un segno della presenza dello Spirito Santo.
L’immagine della Trinità ci rivela che anche noi siamo ad immagine di Dio, non siamo soli, ma viviamo sempre in qualche modo comunitariamente. Ognuno è membro del corpo dell’altro; l’altro fa parte di me. Quindi, viviamo sempre in due realtà: la mia e quella dell’altro. Come nella Trinità, senza il Padre, non ci può essere il Figlio; senza Figlio, non c’è anche l’identità del Padre; senza lo Spirito Santo, non c’è quest’unione misteriosa. È vero che siamo un’esistenza trascendentale, perché c’è sempre uno spazio da scoprire e da capire. «Al Padre si può attribuire l’esperienza del mistero in quanto sempre oltre, allo Spirito si può attribuire l’esperienza del mistero interno a noi stessi, infine al Figlio si può attribuire il Mistero che cammina con noi nella storia».[1] Se la vita umana è un mistero, la sapienza della vita è lasciare la vita come un mistero; cioè lasciare tutto nelle mani di Dio – il nostro corpo, spirito e volontà. Dio si prende cura di noi e mette tutti i nostri desideri, bisogni, problemi al posto giusto.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.
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[1] Appunti di corso Il Mistero di Dio Uno e Trino, Prof. Dariusz Kowalczyk SJ, Pontificia Università Gregoriana, 2018-2019, secondo semestre.