La religione cristiana è una religione della fede. Se la rivelazione è l’autocomunicazione di Dio, la fede è la risposta umana alla rivelazione. Come la definizione di “credere” da parte di San Tommaso d’Aquino, «credere è un atto dell’intelletto che aderisce alla verità divina sotto il comando della volontà mossa da Dio mediante la grazie» (Credere est actus intellectus assentientis veritati divinae ex imperio voluntatis a Deo motae per gratiam, Sum. II-II, 2,9). Nel Vangelo di questa domenica, quando Dio chiama Pietro per camminare sull’acqua, Pietro dapprima ha fede all’invito di Gesù, quindi obedisce subito; però questa fede ancora non è forte, perciò, quando incontra il vento, lui ha paura, e subito chiama Gesù per salvarlo. In quel contesto, Gesù diceva: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
È vero che lo stato d’animo di Pietro è simile a ciascuno di noi. Nella nostra vita quotidiana, quante volte abbiamo la paura, il dubbio verso la nostra fede cattolica, soprattutto nel momento del vento, del test. Quindi, anche la domanda che Gesù faceva, è rivolta per tutti noi, perché siamo anche noi “uomini di poca fede”. Tuttavia, la manifestazione della divinità di Gesù Cristo ristabilisce sempre la fede che ci è donata a noi, come quando Gesù veniva incontro a Pietro mentre lui cadeva nella paura e nei dubbi.
Pertanto, la fede è una grazia incondizionata. È la nostra risposta verso la rivelazione, ma questa risposta è costituita e motivata da noi e contemporaneamente anche dallo Spirito Santo. Dio sapeva che l’uomo ha poca fede, perciò di tanto in tanto cerca i modi per confortarlo e aiutarlo. “Il vento” non è totalmente negativo, perché ogni tanto grazie al vento, la nostra fede cresce. La fede è come un albero: nasce come un seme, poi cresce sotto il sole e sotto la pioggia finché diventa una pianta forte e in salute. Il nutrimento della fede è di sole e anche di pioggia, come la relazione; a volte l’approfondimento non avviene soltanto nella tranquillità, ma anche nei conflitti, quelli che offrono uno spazio per cercare di dialogare più profondamente. In questo senso la pazienza, per lasciare che la fede nasca e cresca, è significativa e decisiva per tutti. Basta vedere Santa Monica, quando suo figlio è ancora fuori dalla giusta via, lei non perdeva mai la sua pazienza e la preghiera. L’attesa è un altro nome dell’amore e anche un sinonimo della fede. Gesù non aveva lasciato Pietro quando lo vedeva con poca fede, ma invece lo ha aiutato per accompagnarlo a crescere e nutrirlo. Anche per noi, meglio pazientemente dare sufficiente tempo e spazio per sé e per gli altri.
«Tu puoi, fratello mio, non credere in Dio, ma Dio non cesserà mai di credere in te» – Padre Pio.
Sophia Lilin Wu – studentessa della Pontificia Università Gregoriana, professoressa della Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti-Pescara.