Nel vangelo di Mt 25, 1-13, la parabola delle dieci vergini ci ricorda la virtù della prudenza, cioè, rimanere svegli per ogni evento, soprattutto per la venuta dello sposo. Secondo san Tommaso D’Aquino, «come dice il Filosofo (cioè: Aristotele), “è proprio del prudente saper deliberare”. Ora la deliberazione ha di mira ciò che noi dobbiamo fare in ordine a un fine. Ma la ragione che si riferisce a ciò che si deve fare per un fine è la ragione pratica. Perciò è evidente che la prudenza interessa soltanto la ragione pratica» (II-II, q. 47, a. 2, co.). Dunque, la prudenza mira ad uno scopo e dirige la volontà e l’intelletto per arrivare a quella destinazione. La persona prudente mette sempre la meta davanti a sé, come le cinque vergini sagge, sempre prendono l’olio in piccoli vasi insieme alle loro lampade. Contrariamente, la persona senza prudenza facilmente dimentica la finalità, come le altre cinque vergini stolte, non hanno preso l’olio con sé, finché quando lo sposo tarda ad arrivare, non hanno più olio per alimentare le lampade e non possono compiere la loro missione e servizio.
Gesù con questa parabola ci sveglia nel praticare sempre la virtù di prudenza, in ogni luogo e in ogni momento. Papa Pio X nel Catechismo (1913) dice, «la virtù morale è l’abitudine di fare il bene, acquistata ripetendo atti buoni» (n. 252), e «la prudenza è la virtù che dirige gli atti al debito fine, e fa discernere e usare i mezzi buoni» (n. 255). Papa Giovanni Paolo II nel Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) sulla prudenza e la coscienza diceva, «La verità sul bene morale, dichiarata nella legge della ragione, è praticamente e concretamente riconosciuta attraverso il giudizio prudente della coscienza. Si chiama prudente l’uomo le cui scelte sono conformi a tal giudizio. L’uomo talvolta si trova ad affrontare situazioni che rendono incerto il giudizio morale e difficile la decisione. Egli deve sempre ricercare ciò che è giusto e buono e discernere la volontà di Dio espressa nella Legge divina. A tale scopo l’uomo si sforza di interpretare i dati dell’esperienza e i segni dei tempi con la virtù della prudenza, con i consigli di persone avvedute e con l’aiuto dello Spirito Santo e dei suoi doni» (1780, 1787-1788). [1]
Sophia Lilin Wu – Dottorando presso la Pontificia Università Gregoriana.
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[1] Grazie a Prof. Fra Michele Roberto Pari, O.P, per la dispensa sul corso La virtù della prudenza per la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna.