Quando un anno trascorre fino alla fine, ossia il 31 dicembre, siamo di nuovo a cantare il Te Deum nei vespri. Un inno per il ringraziamento e il ringraziamento è una confermazione della benedizione. Per noi, come gli uomini, soprattutto è da ringraziare Dio che ci ha dato la vita attraverso i nostri genitori e la vita stessa è un mistero; lo stesso anche la nostra famiglia di origine. Dio vuole che uomo viva nella compagnia, perché non è bene che viva da solo. Dio aveva creato la donna per essere accanto all’uomo, e allo stesso tempo aveva anche creato la famiglia – un segno visibile della comunione e del mistero della Trinità.
La festa della Santa Famiglia alla fine dell’anno ci induce uno sguardo e una riflessione verso la nostra famiglia, laddove siamo nati, cresciuti e nutriti. Secondo la prima e la seconda lettura, si vede che i figli sono doni dal Signore e anche un simbolo della grazia. Abram era triste di essere senza figli quando, già nella età della vecchiaia, pensava di lasciare tutta la sua eredita al suo domestico. Tuttavia, in questa situazione, Dio è intervenuto e ha annunciato la promessa che i discendenti di Abram saranno numerosi come le stelle nel cielo. Benché sembrasse essere impossibile, ma con la fede, Abram va avanti, partendo dalla sua patria, sa fino in fondo di non dipendere più da sé stesso, ma segue la chiamata del Signore con la piena fiducia del cuore. «Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso». Dio vuole che la famiglia possa essere benedetta e si compia la promessa, finché diventare un luogo della grazia su grazia.
Nella religione indiana, quando uno aveva la benedizione dai suoi genitori, la sua vita sarebbe stata protetta e sicura, lo stesso si vede anche nella tradizione dell’Antico Testamento, nella scena di Isacco che dà la sua benedizione ai suoi figli. La benedizione del padre è così efficace nonostante Giacobbe abbia rubato la primogenitura da suo fratello Esaù (Gen. 27). Noi, quando abbiamo ricevuto la benedizione dai nostri genitori, siamo sicuri, come nella Trinità, con la benedizione del Padre e del Figlio, si incarna e si realizza tutta la sua missione con pace e sicurezza.
San Giovanni Paolo II disse, la santa famiglia è una “icona del gruppo”[1] del Santo Natale. Nel momento di cantare il Te Deum, preghiamo verso la santa famiglia, che possa essere la protezione per ogni famiglia sia ora sia nell’anno nuovo: Buon Anno 2024!
Sophia Lilin Wu – Dottorando di Pontificià Università Gregoriana.
Fot. Tyler Nix/Unsplash.com
[1] Cf. Giovanni Paolo II, Angelus nella Festa della Santa Famiglia di Nazaret, Castel Gandolfo, domenica, 29 dicembre 1996. https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/angelus/1996/documents/hf_jp-ii_ang_19961229.html (accesso: 30. 12. 2023).