Il 30 gennaio di quest’anno, la parrocchia di San Giuseppe in via Nomentana insieme all’Associazione “Alexandra”, a Roma, ha iniziato una serie di incontri sul tema: “Giovanni Paolo II e i conflitti del XX secolo: l’attualità del messaggio papale”. In apertura, l’avvocato Emanuele Giudice ha sottolineato che l’obiettivo dell’iniziativa è ricordare che una pace vera e duratura tra i popoli è frutto della giustizia, del rispetto dei diritti dei popoli e della loro cultura. All’incontro hanno partecipato due teologi italiani: il professore Alidino Cazzago, sacerdote carmelitano, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia, esperto di teologia ortodossa e autore di numerose e pregevoli pubblicazioni sul pontificato di Giovanni Paolo II, ed il professore Stafano Caprio, sacerdote, docente presso il Pontificio Istituto Orientale a Roma, specialista di storia e cultura del cristianesimo in Russia. L’incontro è stato moderato dalla giornalista ucraina Nataliya Kudryk.
Il professore Cazzago è intervenuto sul tema “Nazione e patria nel pensiero di Giovanni Paolo II”. Ha osservato che il chiarimento del significato di questi due concetti in questo contesto è legato alla storia e alla cultura della Polonia e alla biografia di Karol Wojtyla. Le esperienze personali giocano infatti un ruolo chiave nella comprensione di cosa siano la nazione e la patria. Servono a spiegare il ruolo decisivo della cultura nella formazione della sovranità politica di una determinata nazione. L’oratore ha ricordato i discorsi di San Giovanni Paolo II alle Nazioni Unite (1979 e 1995), all’UNESCO (1980) e le lettere apostoliche scritte in occasione del 50° anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale (1989) e la successiva pubblicazione di una lettera apostolica nello stesso anniversario della sua fine (1995). L’insegnamento del Papa sul ruolo della nazione e della patria ebbe un significato universale. In molte occasioni, durante il suo pontificato, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di sviluppare una carta dei diritti delle nazioni e di farsi guidare da essa nelle relazioni tra gli Stati. Ha messo in guardia dal pericolo di un nazionalismo falsamente inteso. Ha sottolineato invece il ruolo creativo del patriottismo. Il Santo Padre ha messo in guardia dai pericoli del cosmopolitismo o del globalismo, che tendono a sminuire i diritti delle nazioni, la loro soggettività, la loro identità, o addirittura rischiano spesso di annullarli in nome di un neocolonialismo culturale, politico o economico.
Il professor Caprio ha parlato delle “radici spirituali dell’Europa secondo Giovanni Paolo II”. Ha mostrato come il concetto di “patria” sia legato a quello di “Europa”. L’Europa della cultura è storicamente legata all’Europa dello sviluppo economico e Giovanni Paolo II, per primo, ha visto il pericolo di scollegarle. L’oratore ha fatto riferimento all’enciclica “Slavorum Apostoli” (1985), in cui il Papa ha sottolineato l’eredità spirituale dell’Europa, identificandola principalmente con il cristianesimo orientale e occidentale, che porta con sé correnti della cultura greca e romana. Questo patrimonio, non senza ostacoli e difficoltà, è diventato il fondamento dell’unità dell’Europa come unica entità culturale, politica e religiosa. Caprio ha ricordato la sua esperienza di diversi anni in Russia, a partire dal 1985, e le difficoltà nel ricostruire le relazioni tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. Una di queste era l’identificazione della confessione cristiana con la politica nazionale, come la Polonia o la Russia. Un’altra difficoltà è stata una comprensione troppo ristretta della cultura e dell’identità nazionale o religiosa. La comprensione del concetto di “sovranità” di una particolare nazione e di uno Stato dipende in larga misura da come queste difficoltà vengono affrontate e risolte. Un’altra difficoltà è la comprensione dei valori etici fondamentali, da cui dipende anche la comprensione di cosa sia la sovranità. La diffusione dell’individualismo, del relativismo o della corrente della “cultura dell’annullamento” (cancel culture) ostacolano anche una corretta comprensione di quelle che sono le radici spirituali dell’unità europea. L’oratore ha sottolineato che la situazione attuale è complicata anche dai conflitti all’interno della Chiesa ortodossa. Tuttavia, vale sempre la pena di mantenere la possibilità di dialogo per il bene dell’unità e della pace in Europa.
Il secondo incontro della serie si terrà il 6 marzo alle 19.30 nei locali della parrocchia di San Giuseppe in via Nomentana, a Roma. Don Augustyn Babiak, sacerdote cattolico di rito bizantino, teologo e scrittore parlerà sul tema del genocidio dell’holodomor e il sentimento nazionale ucraino, mentre don Andrzej Dobrzyński parlerà dell’insegnamento di Giovanni Paolo II sui totalitarismi del XX secolo.
Andrzej Dobrzyński