Nella prima domenica di Quaresima 2024, con Gesù anche noi entriamo all’inizio di un tempo forte di preghiera e conversione, ossia il deserto. C’è un proverbio inglese «no pain no gain», che significa senza dolore, tentazione, esercizio, non c’è frutto. La nostra fede cristiana include la sfida della tentazione, la lotta spirituale, perché solo la persona che ha passato il buio, scopra il vero gusto della luce. Perciò Gesù si incarna tra gli uomini, per guidarli ad attraversare tutta la battaglia di questo mondo per arrivare in paradiso. Come l’esperienza di San Giovanni della Croce, il suo tempo più buio nella cella senza libertà personale, lo ha spinto a scrivere il Cántico Espiritual. Come Gesù nel deserto, mentre tentato da Satana è servito dagli angeli, San Giovanni della Croce, da una parte come schiavo dai suoi confratelli, d’altra parte la Madonna appariva a lui e lo aiutava ad uscire dalla prigionia; perciò, lui può cantare un amore forte nonostante la sofferenza. Dove c’è la tentazione, è sicuramente dove c’è la salvezza, il che sembra una regola universale.
Ad esempio, quando uno è colpito dalla malattia, e deve stare a letto fermandosi da tutti gli impegni, questo è un momento duro e brutto. Si soffre e si è umiliati. Tuttavia, proprio questo momento è un momento di deserto: si riposa e si recupera. Nel mondo moderno, è difficile abituarsi al momento di vuoto, ossia a letto 24 su 24 ore; si sente ansia e si resiste, ci sarà la pena per essere indietro con i lavori oppure con altri impegni sociali. La nostra preoccupazione viene sempre dalla visione limitata e dalla paura di mancare. Per vivere, abbiamo bisogno di tante cose, tante persone, tanta sicurezza, e questi bisogni aumentano sempre più con lo sviluppo dei tempi. Ora, fin da bambini, ciascuno ha bisogno di un cellulare per vivere, e non si può più vivere normali senza. Quindi, il deserto diventa anche più duro per gli uomini di oggi. Tuttavia, senza deserto, senza esercizio spirituale, sarà difficile per educare ad un lucido discernimento e abbracciare l’illuminazione della sapienza, poiché non possiamo distinguere bene la luce dalle tenebre. Nel deserto, Gesù si esercitava innanzitutto nel discernere la forma di Satana e la forma degli angeli, per avere la chiara linea su cui procedere; così la sapienza di distinguere il bene dal male si accresce, e questo proprio è immagine di Dio. Adamo ed Eva, quando ancora non erano pronti, già avevano la voglia di avere questa capacità di Dio, scegliere il bene e il male. Però, questa sapienza è un dono e ci vuole anche una preparazione lunga, perciò l’esilio di Adamo ed Eva è anche l’esilio per ritrovare l’albero della vita.
In conclusione, la quaresima è il tempo di passare nel deserto come Gesù Cristo, di preparazione per ricevere la sapienza di uscire dalla confusione, affinché possiamo essere pronti di godere del frutto dell’albero della vita – come in cielo così in terra.
Sophia Lilin Wu, dottorando di Pontificia Università Gregoriana.
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