Siamo nella seconda Domenica del nostro cammino quaresimale, sfogliando le letture non solo di questo domenica ma anche di quella precedente, possiamo notare un tema di fondo, un filo conduttore, che è anche lo spirito della quaresima, un tempo in cui prendere l’iniziativa, di prendere una posizione, non fatta solo tante belle idee, ma azioni concrete nella nostra vita.
Quindi la parola ci insegna che non dobbiamo restare fermi ma uscire, ci invita a metterci in movimento, in cammino: come la volta scorsa Gesù va, è condotto nel deserto dallo Spirito, oggi, nella prima lettura Abramo è condotto fuori da Dio, come Gesù che nel Vangelo conduce, prende con sé i tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni riporta sul monte. Ma la cosa importante è che in tutto ciò abbiamo la certezza che è Dio a guidare la nostra vita, a condurci sulla via della salvezza, come dice il salmo “il signore mi ha luce mia salvezza”.
Allora questo movimento ci aiuta a comprendere meglio questo cammino quaresimale, la parola cammino non è messa li a caso, insieme al digiuno all’elemosina, e soprattutto, alla preghiera… nei momenti importanti della vita di Gesù.
Uscire dalle nostre abitudini, quelle che ci allontanano da Dio, far sì che questi 40 giorni non siano come i soliti giorni dell’anno, ma un tempo che ci vuol condurre, che ci proietta verso qualcosa di inaspettato, di meraviglioso che ci attende e vuole riempirci di gioia e di stupore…
Quello che ha sperimentato Abramo, per lui che non poteva avere discendenza, la promessa che Dio gli fa appaga il suo cuore e supera ogni immaginazione ed ogni attesa, una discendenza numerosa come stelle… E una cosa simile hanno sperimentato i tre discepoli con Gesù sul monte, quando Gesù si trasfigura davanti a loro, difficile immaginare cosa hanno visto i loro occhi, Gesù che mostra la sua gloria. Vorrei sottolineare alcuni aspetti che ci possono dare un significato utile per la nostra vita.
Innanzitutto avere la capacità di uno sguardo che sappia andare oltre le apparenze, che sappia leggere la realtà, i segni dei tempi. Un esempio di una mamma con il suo bambino, ha quella capacità di cogliere, di vedere quei bisogni, le necessità, che gli altri, che magari stando al di fuori non riescono a cogliere, ad avere questa sensibilità.
Per crescere in questo dobbiamo imparare a fermarci, riposarci, soprattutto a pregare come il signore ci invita, contro la frenesia della vita. Dio così ci permette, come hanno fatto esperienze tre discepoli, e sentirlo vicino della nostra vita, di sperimentare la sua presenza, ed è significativo che Gesù si trasfigura mentre è in preghiera. La nostra vita quindi non può essere trasfigurata, resa bella come si mostra Gesù agli altri, se nella nostra vita non coltiviamo la preghiera, che è un intima relazione con Dio.
E ancora, non dobbiamo dimenticare che dopo lo stupore la meraviglia, come per Abramo e per i discepoli, avviene qualcosa di inaspettato, il terrore nella notte, la paura e quest’ombra che copre tutto, e quando rimane Gesù solo, si ritorna alla dura realtà.
È il percorso della nostra vita, fatta di alti e bassi, di luce e di tenebre. Quando nella nostra vita facciamo esperienza della nostra debolezza, del mali del peccato, con i nostri sbagli, del buio della prova e sembra che Dio non ci sia, non dobbiamo dimenticare che anche lui ha attraversato il momento difficile della passione, ha sperimentato tutto ciò, tracciando per noi come una via per poter giungere alla luce della risurrezione.
La Quaresima con la parola ascoltata ci insegna a rimanere ancorati alla realtà della quotidianità, ma non fermi come bloccati dalle difficoltà che possiamo incontrare, ma in tutto ciò che facciamo siamo chiamati a volgere lo sguardo verso di lui, la luce piena e definitiva, a lasciarci illuminare la lui, nella certezza che in qualunque situazione, noi siamo nelle sue mani.
Riflettiamo come la nostra vita cristiana sia destinata alla gloria e alla trasfigurazione, ma senza dimenticarci che tutto questo passa attraverso un impegno e una lotta quotidiana, e questo tempo quaresimale se sappiamo sfruttarlo, ci indica come raggiungere quella gioia che ci attende e a cui tutti noi aspiriamo.
Michele Messi – passionista.
Fot. Frantisek Duris/Unsplash.com