Nel Vangelo di oggi, si racconta che Gesù, quando si avvicinava la Pasqua dei Giudei, salì a Gerusalemme. Tuttavia, il tempio di Gerusalemme ormai era diventato un mercato, dove le genti vendevano buoi, pecore, colombe e anche i cambiamonete. Perciò, Gesù con tutta la sua forte emozione scacciò fuori tutto questo senza la paura della resistenza da parte delle genti. Il suo modo di fare, anche con tono violento da parte di Gesù, sembra non corrispondere alla sua immagine, con tutta la misericordia e tenerezza. In realtà, la rabbia di Gesù è anche un aspetto dell’amore, come un buon padre, non può essere tranquillo quando vede i suoi figli che distruggono sé stessi. In realtà, la cacciata dal tempio manifesta proprio il cuore delle genti di Gerusalemme. Per loro, le cose più di valore sono il mercato, finché si allaga il campo del mercato anche dentro il tempio. Loro non vogliono Dio e nessun culto, soltanto si interessano ai beni materiali e ai denari.
La cultura, quella che nutre l’uomo, ha la radice di culto, dove l’uomo prega Dio. Quindi senza culto, senza la cultura; senza la cultura, l’uomo è come gli animali. Gli animali non servono la cultura, perché loro non cucinano per mangiare, anche non si fanno un letto per dormire, non fabbricano un tavolo per scrivere, e così via. Tuttavia, l’uomo è totalmente diverso. L’uomo serve la creazione, dorme dentro la casa, decora il suo ambiente dove vivere, soprattutto sa cucinare il cibo da mangiare invece di raccogliere soltanto le cose dalla natura e mangiare tutto crudo.
Dunque, Gesù, con la sua violenta azione di distruggere il tempio, è un movimento per salvare l’uomo dalla situazione di animale ad imago Dei, di ristabilire la dignità delle persone e facendosi uomo trova la sua identità e l’autentica libertà. Come san Giovanni Paolo II diceva, l’uomo mentre costituisce la cultura, anche è costituito dalla cultura. Dunque, quello che hai è la manifestazione e la formazione di quello che sei, ossia il suo essere e la sua radice della vita. Pertanto,
«la Chiesa continua a proclamare il mistero di Cristo che rivela la verità profonda dell’uomo; essa ha la ferma convinzione che l’incontro del Vangelo con l’uomo, con la società, crea cultura autentica; sa che la cultura che nasce da questo incontro con il Vangelo è umana e umanizzatrice, capace di giungere fino alle profondità del cuore e irradiarsi beneficamente in tutti gli ambiti della società, ai campi del pensiero, dell’art, della tecnica, di tutto ciò che costituisce autentica cultura, autentico sforzo di promuovere ed esprimere quanto il Creatore ha infuso nel cuore e nell’intelligenza degli uomini, per il bene e l’armonia di tutta la creazione»[1]
Sophia Lilin Wu, dottorando di Pontificia Università Gregoriana.
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[1] Giovanni Paolo II, Incontro di Giovanni Paolo II con il mondo della cultura nella Chiesa de «la COMPAÑIA», viaggio apostolico in Venezuela, Ecuador, Perù, Trinidad-Tobago, 30 gennaio 1985, n. 4, https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1985/january/documents/hf_jp-ii_spe_19850130_mondo-cultura.html (accesso: 03.03.2024).