Mentre si sta avvicinando la fine della quaresima, siamo anche più vicini all’ora di Gesù. Non è solo la prima volta che Gesù menzionava la Sua ora, e nel Vangelo di questa domenica, possiamo confermare che tutta la profezia di Gesù si sta per realizzare e quell’ora finalmente è venuta.
Anzitutto, i Greci positivamente cercano Filippo per mostrare la loro volontà di vedere Gesù, che è un segno della salvezza universale – un’unione tra creazione e redenzione. Sicché l’universo è creato da Dio, anche tutte le creature saranno salvate da Dio. Quando questo buon segno si compie, Gesù può dire anche che la Sua ora è finalmente arrivata. Tuttavia, quest’ora non rivela una glorificazione immediata, anzi, si tratta di un sacrificio, una sofferenza e una morte, come il momento più buio prima dell’inizio del giorno. Però, proprio con la sua morte si apre una pagina nuova nella storia umana. Come disse Gesù, «se il chicco di grando, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24), quindi «chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,25). C’è anche una poesia cinese con un significato verosimile – «Le foglie cadute non sono insensibili, ma si trasformano in fango primaverile per proteggere i fiori» (落红不是无情物,化作春泥更护花 – 龚自珍).
La morte non è mai una fine, ma un momento della trasformazione, della redenzione; un passaggio dalla vita di questo mondo alla vita eterna nei cieli. La Croce non è soltanto una punizione, ma un vero albero della vita. In tal modo, Dio ha restituito all’umanità il paradiso perduto, l’Eden. Perciò, San Giovanni Paolo II suggerisce di non guardare solo la croce, ma il salvatore alla croce.
L’annuncio da Gesù scatenò un’eco sotto forma di tuoni nei cieli, che ha ulteriormente confermato l’identità di Gesù. Ora, non solo giudei, ma anche i greci gridano di voler vedere Gesù. Questo desiderio è come il desiderio di Adamo ed Eva, che diventa un momento decisivo nella storia umana. Chi desidera Gesù, inizia a desiderare la vita. Come Adamo ed Eva desideravano la vita immortale attraverso il frutto dell’albero della vita nell’Eden, i greci desiderano la vita eterna attraverso il volto di Gesù Cristo. Ecco, Gesù Cristo è l’albero della vita, un donatore della vita. Come disse Papa Francesco, «Gesù infatti rivela che Lui, per ogni uomo che lo vuole cercare, è il seme nascosto pronto a morire per dare molto frutto. Come a dire: se volete conoscermi, se volete capirmi, guardate il chicco di grano che muore nel terreno, cioè guardate la croce»[1].
Sophia Lilin Wu, Dottorando di Pontificia Università Gregoriana.
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[1] Papa Francesco, Angelus, Domenica, 21 marzo 2021.