Mc 3, 20-35 ci porta un’immagine: quando Gesù si recò a casa, si radunò una grande folla, e anche quelli della sua famiglia pensarono che “è fuori di sé.” Per di più, gli scribi pensarono che Gesù scacciava i demòni per mezzo del capo dei demòni. Da questo, si vede che credere «Gesù è Cristo» non sia una cosa facile: ci sono da affrontare e pulire tanti dubbi, incertezze, pregiudizi, contro la “normalità”, ecc. Ecco, quello che c’è dentro, è come uno specchio che riflette fuori.
Pertanto, da una parte, la fede è una grazia gratuita, come le genti stanno con Gesù e sono proprio già nel Regno di Dio; da altra parte, per diradare le nuvole e far splendere il sole, ci vuole proprio la collaborazione dell’uomo, ossia soprattutto «non abbiate paura» di accogliere e di aprirvi verso la verità, che sembra fuori della ragione oppure dalla normalità. Tuttavia, le cose normali non sempre sono giuste; le cose giuste anche allo stesso tempo non sempre sono nella normalità. Ad esempio, l’ottimo metodo per cambiare glia altri, è cambiare la propria mente, dopodiché gli altri o cambiano oppure spariscono. In quale livello tu sei, è il livello di vita che vivi. Dunque, questo metodo è giusto, anche verificato da tanti, ma di per sé non è normale. Perché il modo normale è sempre quello di agire, anziché di lasciare lo spazio a Dio che possa agire per te. In questo senso, la fede ha bisogno di occhi speciali per poterla vedere, anche se all’inizio, sembra “fuori di sé”. Perciò, G. K. Chesterton, scrittore inglese, diceva, “è meglio portare un atteggiamento di curiosità e benvenuto verso il mondo”; ovvero, evitare di chiudere il proprio pregiudizio e allargare la visione della mente ogni secondo.
L’incertezza di per sé è l’iniziativa positiva che ci spinge a scoprire sempre qualcosa di nuovo, oltre i limiti psichici per essere pronti ad essere trasformati. Il dialogo tra Gesù e gli scribi, e la sua parola verso la definizione dei veri fratelli e sorelle, è tutto come uno shock, per aprire una finestra nuova per elevare la capacità della ragione umana. Dunque, il lavoro che Gesù stava facendo nell’episodio è un lavoro di pulizia: con discorsi pulisce stereotipi e pensieri cristallizzati, così lascia lo spazio per l’avvento dello Spirito Santo.
Sophia Lilin Wu, dottoranda di Pontificia Università Gregoriana.
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